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La creatività? È trovare soluzioni interessanti a problemi interessanti.

03/05/2023
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Animazioni ipnotiche, al confine tra realtà e fantasia: è questa la cifra stilistica di Oscar Pettersson, 3D motion artist di Stoccolma che partecipa al progetto “What’s in a lamp?” con una serie inedita di coinvolgenti loop infiniti.

Prendendo ispirazione dalle storie che hanno portato all’ideazione e creazione di alcuni dei modelli più amati della collezione, Oscar Pettersson ha dato vita alle lampade, raccontandone il design attraverso affascinanti video a ciclo infinito.

È così che il cuore luminoso della lampada Satellight di Eugeni Quitllet diventa un frammento di luce che fluttua, alla ricerca della libertà. Le Soleil di Garcia Jimenez gira su sé stessa, mentre mantiene magicamente in equilibrio una biglia di metallo, lungo il bordo di una delle sue inconfondibili fasce irregolari. In un altro video, è Magneto di Giulio Iachetti ad interagire con la sua caratteristica sfera magnetica, quasi a ricordare un incantatore di serpenti che ipnotizza il suo cobra, mentre un gruppo di Twiggy di Marc Sadler danzano, in una graziosa coreografia che mette in evidenza la flessibilità del suo stelo. Il dondolio ritmico di un pendolo fatto di lampade a sospensione Aplomb di Lucidi e Pevere incanta e culla, mentre una serie di sfere di luce volano nello spazio come molecole e, scontrandosi, si fondono a creare la forma organica e irregolare di Gregg (design: L+R Palomba).

Vuoi scoprire di più sulla creatività di questo talentuoso artista? Non perdere la nostra esclusiva intervista.

Raccontaci l’inizio della tua carriera come artista: come sei entrato nell’arte digitale e cosa ti motiva a creare?

Studiavo in una scuola chiamata Hyper Island quando ho capito che l’animazione era un ambito nel quale volevo eccellere. Ho iniziato come animatore 2D ma poi ho iniziato a orientarmi sempre di più verso il 3D, ed ora sono un animatore 3D da ormai 7 anni. La sensazione che provi quando stai lavorando su qualcosa e ti rendi conto che ne sta risultando qualcosa di buono è impagabile. È quella sensazione che mi motiva a creare, creare e creare, finché non creo finalmente qualcosa di buono. In poche parole: creare qualcosa di bello, mi fa sentire bene.

 

Le tue animazioni in loop sono allo stesso tempo delicate e ipnotiche. Qual è il processo creativo dietro le tue opere d’arte?

Il mio processo è iterativo. Creo svariate veloci animazioni in 3D, mettendo a terra diversi concept e idee. Poi ne scelgo un paio e ci rilavoro finché qualcosa di interessante inizia ad emergere.
Di solito si può identificare un “problema visuale” a cui corrisponderà necessariamente una “soluzione visuale”. Se si riesce a identificare il problema, allora si può creare una soluzione… una soluzione che sia bella da guardare! c’è un problema visivo e una soluzione visiva. Se riesco a trovare un problema, posso creare una soluzione – una soluzione che è bella da guardare. Penso che dietro ad ogni problema si nasconda sempre un concetto interessante che va scoperto.

 

Come hai sviluppato il tuo stile distintivo scegliendo di rappresentare queste situazioni surreali che superano i confini di ciò che è fisicamente possibile?

Il mio stile nasce da quello che mi piace creare. E ogni opera che creo, mi aiuta a capire sempre di più la direzione in cui voglio continuare a creare. Il timing perfetto esiste raramente nel mondo reale, quindi io lo creo per i miei spettatori, perché apprezzino e godano della perfezione, a ripetizione, all’infinito.

 

Parlando delle tue fonti di ispirazione: il tuo lavoro implica un approccio creativo e la capacità di guardare la realtà da una prospettiva diversa e originale. Come ci riesci?

Traggo molta ispirazione dall’ingegneria e dalla meccanica. Poi combino quella complessità con la semplicità e cerco di rappresentare delle contraddizioni, che so, l’abbracciare un cactus, rendere il metallo morbido o delle piume pesanti. Durante tutto il processo sono sempre aperto a tornare indietro, ripetere, modificare il procedimento in ogni modo possibile e in ogni momento. Questa modalità, di solito, porta a trovare prospettive nuove, diverse, creative.

 

Cosa ti ha ispirato nel progetto “What’s in a lamp?” con Foscarini?

Il design dei prodotti è incredibile, ho solo dovuto trovare un modo interessante per rappresentare le loro storie e caratteristiche distintive attraverso l’animazione. Il buon design è sempre fonte di ispirazione per un animatore.

 

Qual è la tua animazione preferita della serie e perché?

Dal punto di vista dell’animazione, mi piace Magneto e dal punto di vista estetico sceglierei il video rosso con Twiggy.

 

Cos’è per te la creatività?

La creatività? È trovare soluzioni interessanti a problemi interessanti.

Segui il progetto “What’s in a lamp?” sul canale Instagram ufficiale @foscarinilamps
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