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Luce ed emozioni nelle illustrazioni di Allissand per “What’s in a lamp?”

27/09/2023
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Nella nuova serie dedicata al progetto “What’s in a lamp?”, la giovane illustratrice Alessandra Bruni (@allissand) ci invita a scoprire un mondo di luce e di emozioni. Le sue illustrazioni sono intrise di un’atmosfera poetica e familiare, in cui le lampade Foscarini creano atmosfere intime e personali e allo stesso tempo mutano lo spazio, svelano storie, innescano intuizioni.

Alessandra Bruni è un’anima sognatrice, classe ’97 che danza con la creatività. Artista e tatuatrice, la sua passione per l’arte è stata sempre sua compagna di viaggio, ma è negli ultimi anni che sta emergendo come una delle voci più stimolanti nel panorama italiano, che è riuscita a conquistare l’attenzione di importanti testate giornalistiche come The New York Times, L’Espresso e Internazionale. La sua passione per l’illustrazione è qualcosa di relativamente recente: è infatti solo durante il periodo di pandemia scatenato dal Covid-19 che Alessandra ha iniziato a condividere su Instagram le sue illustrazioni. Le sue opere, ispirate ai temi di attualità, parlano di emozioni e relazioni umane, offrendo uno sguardo immediato e profondo con uno stile unico e distintivo, dal tratto minimale, ma estremamente evocativo.

Nella sua serie per il progetto “What’s in a lamp?”, Alessandra ha fatto della luce il protagonista, creando scenari domestici che, seppur familiari, sorprendono inaspettatamente. Racconti per immagini in cui ogni lampada risuona armonicamente con la personalità del protagonista, la svela e attiva sensazioni ed emozioni in cui è facile immedesimarsi. Immagini che, come se fossero finestre aperte sulla nostra quotidianità, sembrano parlare proprio di noi, di ciò che siamo stati o di ciò che saremo, e creano atmosfere quasi palpabili che trasmettono una grande intimità.

Scopri l’intervista completa ad Alessandra Bruni e immergiti nel suo affascinante mondo di luce ed emozioni.

Raccontaci qualcosa di te: hai sempre saputo che volevi fare l’illustratrice? Quando hai iniziato a disegnare e come hai sviluppato/evoluto il tuo stile?

Non ho sempre saputo di voler fare l’illustratrice ma sogno da sempre di lavorare con l’arte e di dedicarvi la mia vita. Ho iniziato a disegnare da bambina, all’età di tre anni avevo già i pastelli in mano e mi divertivo a scarabocchiare al computer con Paint, cosa che potrei definire come una sorta di primo approccio al mondo digitale. Nel periodo scolastico, nonostante non abbia scelto un percorso artistico, mi sono dedicata al disegno realistico in modo quasi maniacale, la copia dal vero è stata la fase iniziale del mio percorso come se volessi assimilare le forme delle cose, dei volti, dei corpi. Crescendo è subentrata la necessità di dare un significato e un contenuto alle immagini, così ho iniziato a dedicarmi all’illustrazione concettuale. Lo stile è in costante evoluzione, si adatta naturalmente alle fasi che attraverso nel mio percorso lavorativo e personale, c’è ovviamente una parte di ricerca ma il fattore istintivo è sempre molto influente.

 

Come è nata la collaborazione con Foscarini?

La collaborazione con Foscarini è nata con quello che forse è il sogno di ogni artista. Foscarini ha notato il mio lavoro in libreria, quando ha letto il mio nome dietro la copertina di un libro che avevo illustrato. Penso non ci sia cosa più gratificante di sapere che il mio lavoro è stato apprezzato e scoperto per caso, genuinamente, con la semplicità con cui si trova una piccola verità in un luogo comune “essere al posto giusto, nel momento giusto”.

 

Le tue illustrazioni sono a tutti gli effetti storie: raccontate non con le parole, ma attraverso l’immediatezza e l’universalità del linguaggio visivo. Puoi parlarci della parte ‘narrativa’ del tuo processo creativo?

Viviamo in un periodo storico in cui tutti ambiscono a far sentire la loro voce alzandola, cercando di sovrastare quella altrui, a volte senza soffermarsi a riflettere. Io spero di andare controcorrente con questo lavoro: la parte che preferisco è l’ascolto. Cerco di assorbire quante più informazioni posso per poi rielaborarle e trasformarle in un’immagine. Si tratta solo di scegliere i giusti elementi che, accostati tra loro, dicono più di tante parole.

 

In questo progetto con Foscarini hai descritto delle scene domestiche che risultano al contempo familiari e sorprendenti: situazioni in cui la luce ha un potere trasformativo e si fa quasi materica dando vita a situazioni inaspettate e surreali. Ci racconti qualcosa di più dell’ispirazione dietro a questo lavoro?

Prima di iniziare ad immaginare queste illustrazioni ho avuto il piacere di ascoltare le parole di Carlo Urbinati, fondatore e presidente di Foscarini. I suoi racconti e la passione con cui vive il suo lavoro mi hanno ispirata enormemente. Questo progetto mi ha portata a maneggiare la luce e a considerarla viva. La luce, nella vita quotidiana così come in una manifestazione artistica, ci permette di dare maggiore valore o importanza ad un elemento, qui la luce stessa è la protagonista. L’idea di “illuminare la luce” mi affascinava moltissimo e mi sono divertita a giocare con essa per creare questa serie, non dimenticando di dare altrettanta importanza alle ombre.

 

In questa serie le lampade sono l’elemento di svolta, il dettaglio che trasforma un semplice «spazio» in un ambiente caldo e personale che possiamo chiamare casa, definendone l’atmosfera, raccontando qualcosa della personalità del protagonista dell’immagine, attivando sensazioni ed emozioni nelle quali è facile immedesimarsi. Ci sono degli oggetti che, ovunque tu vada, ti fanno sentire «a casa»?

Mentre rispondo a queste domande sto vivendo un momento piuttosto unico e particolare. Sto per procedere con l’acquisto della mia prima casa. Ho 25 anni e per tutto il mio vissuto ho pensato solo ad “andare” senza mai fermarmi tanto, è quindi la prima volta che sento il bisogno di questo, di “calore”, di uno spazio in cui tornare e sentirmi a casa. Gli ultimi anni mi hanno vista in diversi contesti, mi sono spostata numerose volte e gli oggetti che ho sempre portato con me sono i libri. Scatoloni di libri che ho già letto, alcuni da bambina, ciò nonostante sono un elemento fondamentale nell’ambiente, definiscono l’atmosfera e mi trasmettono serenità. Onestamente non mi ero ancora soffermata a riflettere sull’argomento, non vedo l’ora di scoprire quali altri oggetti definiranno la mia casa.

 

Qual è/sono l’illustrazione/le illustrazioni che ti piacciono di più in questa serie e perché?

Non è facile scegliere un’illustrazione “preferita”, ogni immagine è unica, così come le lampade da cui mi sono lasciata ispirare. Dovendo scegliere, forse, direi quella che ho creato per Gregg da sospensione. L’immagine vede una ragazza assorta alla finestra, la lampada genera un paradosso poiché la luce si riflette sul mare, all’esterno. In questo modo ho elevato l’oggetto al ruolo di “sole” dell’ambiente domestico, inoltre interno ed esterno comunicano tra loro e il limite è impercettibile. Su un livello più profondo questa vuole essere una metafora per descrivere come il nostro mondo interiore e quello esteriore siano intimamente legati.

 

La tua produzione spazia dai temi di attualità alle relazioni umane, dai sentimenti più intimisti alle tematiche ambientali e sociali. Qual è il tuo soggetto preferito da disegnare, l’ambito nel quale ti senti più a tuo agio?

Tendo a cercare sempre nuovi stimoli per il mio lavoro, una costante probabilmente è la figura umana. In quasi tutte le mie illustrazioni è presente l’uomo che interagisce con l’ambiente che lo circonda, questo perché mi affascinano le infinite sfaccettature del suo animo e della sua psiche. Nel corso della storia l’essere umano si è dimostrato in grado di creare opere incredibili e bellissime ma è anche capace di cose terribili, a volte irrimediabili. Forse è per questo che siamo animali tanto complessi, nel contempo mi trovo estremamente a mio agio nell’esplorare questo ampio tema poiché io stessa vivo giornalmente emozioni contrastanti e disegnare può essere estremamente catartico, oltre che un modo per comunicare con gli altri.

 

L’ispirazione e la creatività stanno alla base dell’illustrazione editoriale. Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Le mie fonti d’ispirazione sono molteplici. Cerco di trarre spunto da tutto ciò che mi circonda, a partire dall’ambiente in cui vivo. Anche film, opere d’arte e fotografie sono ottimi modelli da cui farsi ispirare per creare qualcosa di nuovo. Inoltre seguo il lavoro di tanti Maestri dell’illustrazione che sono per me uno stimolo e un esempio per cercare di migliorare costantemente, ne cito qui alcuni: Noma Bar, Ivan Canu, Beppe Giacobbe, Pablo Amargo.

 

Cos’è per te la creatività?

La creatività è una spinta che parte da dentro e che può portare in moltissimi luoghi, è il bisogno atavico di connettere diversi elementi tra loro per generare qualcosa di nuovo. La vita stessa deve tutto alla creatività. Creare, per me, significa esplorare, crescere ma soprattutto divertirmi. Quando creo sento di star facendo ciò per cui sono al mondo, è una sensazione del tutto irrazionale, ne sono conscia, ma è anche estremamente piacevole.

Segui il progetto “What’s in a lamp?” sul canale Instagram ufficiale @foscarinilamps
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